Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2023 - Tornabuoni Arte, Lungarno Benvenuto Cellini, 3 - Firenze
Mostra in corso dal 1 dicembre 2022 al 24 novembre 2023
Tornabuoni Arte torna puntualmente a presentare la sua Antologia, una scelta delle più importanti opere di Arte moderna e contemporanea, che la galleria ha selezionato nel corso dell’ultimo anno. La mostra antologica si terrà nelle due sedi italiane a Firenze e a Milano.
Comunicato Stampa della Mostra
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Tornabuoni Arte torna puntualmente a presentare la sua Antologia, una scelta delle più importanti opere di Arte moderna e contemporanea, che la galleria ha selezionato nel corso dell’ultimo anno. La mostra antologica si terrà nelle due sedi italiane, a Firenze (Lungarno Cellini, 3) da giovedì 1 dicembre, con inaugurazione alle ore 18.00, e a Milano (Via Fatebenefratelli, 36) da martedì 13 dicembre, con inaugurazione alle ore 17.30.
Questa esposizione offre, non solo ai collezionisti ma anche agli amanti dell’arte in generale, l’opportunità di poter ripercorre i momenti più significativi della storia dell’arte dagli inizi del XX secolo ad oggi, attraverso i capolavori di alcuni dei suoi principali protagonisti. Tornabuoni Arte è una galleria aperta a tutti che, grazie al suo fondatore Roberto Casamonti, si distingue per un attento spirito di ricerca. L’Antologia 2023, proprio in quest’ottica, è affiancata da una
pubblicazione, corredata da un ricco apparato fotografico, che approfondisce alcune tematiche di questa straordinaria raccolta. Il volume è introdotto dalla storica dell’arte Sonia Zampini, che firma il saggio dal titolo L’arte nel divenire
della storia. Come sottolinea la Dott.ssa Zampini nel suo testo, il fil rouge che sottende a questa mostra è il legame profondo tra la Storia dell’Arte e la Storia, l’evoluzione dei linguaggi, “con il succedersi di condizioni sociali, culturali, ideali ma anche con storie intime, personali” che danno vita a un ampio affresco pittorico dai “molteplici intrecci narrativi”.
Nella sede fiorentina, prima tappa di questo percorso, al primo piano, potremo immergerci nell’arte figurativa del primo
Novecento, con una nuova e suggestiva sala dalle pareti nere che accoglie alcune delle opere più emblematiche di questo
periodo. Dipinti che pongono l’attenzione verso la rappresentazione del paesaggio, come Paysage che Pierre Auguste Renoir
ha realizzato nel 1913, oppure uno straordinario Impressioni di paesaggio, di qualche anno prima, del 1908, di Umbero Boccioni, un soggetto en plein air, dall’atmosfera luminosa e satura di colori. Questo tema ritorna in un nucleo degli anni Trenta,
a cominciare da Casa dell’oblio, dove Galileo Chini nel 1933 raffigura, con un velo di malinconia, la casa versiliese di Eleonora
Duse, nella quale l’attrice si era ritirata dopo la fine della sua storia d’amore con Gabriele D’Annunzio. Un particolare curioso
distingue questo quadro: sul retro Chini annota parole, allude al dramma dell’amore finito, evoca nomi senza citarli, ed infine
disegna una planimetria di strade dove colloca la propria abitazione e quelle dei pittori Viani, Chini e Nomellini. Anche in
Paese (Paesaggio con albero), del 1935, un altro dei maestri toscani, Ottone Rosai, presente in questa antologica con più opere,
mette in relazione la natura, l’albero nello specifico, con elementi come le case, con la solida essenzialità che lo contraddistingue.
Uno sguardo sugli interni, sulla narrazione domestica, viene interpretato in modo assai diverso da Plinio Nomellini e Alberto
Savinio, rispettivamente in Interno con natura morta, 1938, e Les Prisonniers, IIème version, 1931. Tra i massimi esponenti
del Futurismo, abbiamo anche Giacomo Balla con due opere, firmate FUTUR BALLA, di cui segnaliamo Balfiore, 1925 circa.
Chiudiamo questa sezione con autori che testimoniano il passaggio dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri. Non possiamo non soffermarci su una gouache Liberté, J’écris ton nom, 1953, a proposito di legame con la Storia, dove Léger si ispira alla poesia Liberté di Paul Élaurad, un canto alla libertà stampato nel 1942 e lanciato in migliaia di copie sulla Francia occupata dai nazisti. Così anche la gouache di Pablo Picasso, Etude pour Taureau del 1957,
ha una valenza politica, simbolo della Spagna, della sua resistenza culturale. A segnare questo momento di transizione storico, troviamo, tra gli altri, Felice Casorati, Leoncillo, Osvaldo Licini, Marino Marini e Salvatore Scarpitta. Del 1961 è la Natura morta di Morandi. Mai artista, prima di lui, come sottolineava Cesare Brandi, aveva parlato con
tale intensità attraverso l’evocazione di oggetti inanimati, con squisite ricerche cromatiche e audaci soluzioni spaziali.
Al piano terra, proseguiamo con una carrellata di opere, espressione dei linguaggi artistici non figurativi del secondo
Novecento, a cominciare dal prestigioso Concetto spaziale del 1956, che testimonia come Lucio Fontana abbia consacrato la
supremazia del gesto. Giuseppe Capogrossi è uno dei pittori italiani che abbandona la figurazione in favore di un astrattismo
caratterizzato dal segno e lo dimostra bene, qui, l’opera del 1961, Superficie 719. La pittura vibrante e luminosa dei Reticoli
di Dorazio è rappresentata da due magistrali esempi, Senza titolo e Piccola premura, entrambi del 1962, e dal più recente Ra
I, 1989-1990. Donna di grande curiosità intellettuale, Carol Rama, negli anni ’60, realizza invece, usando oggetti e materiali
di recupero come occhi di bambole, un gruppo di quadri, che l’amico poeta Edoardo Sanguineti chiamerà Bricolage, due dei
quali esposti in questa sede. Sfera, 1967, e Frammento, 1972, sono sculture nelle quali Arnaldo Pomodoro raffigura involucri
freddi, geometrici e brillanti, che hanno il dono, secondo le parole di Argan “di registrare lo spazio come le pendole il tempo”.
Tra le opere più recenti, riprendendo il nostro fil rouge definito dall’incedere della Storia, la Mappa di Boetti, del 1984, descrive
esattamente la composizione del planisfero rappresentato in un determinato momento storico, inevitabilmente prossimo ad
un futuro cambiamento in relazione ai rapporti geopolitici tra gli Stati. Christo (Christo and Jeanne-Claude) in Over the River, 2011 - progetto di un imponente lavoro dove furono previsti circa 10 km di tessuto argentato che avrebbe dovuto correre
sopra il corso del fiume Arkansas in Colorado - ci pone di fronte a una riflessione sulla relazione tra opera, luogo e tempo.
Ma molti altri sono gli artisti in mostra: Carla Accardi, Antonio Bueno, Alberto Burri, Enrico Castellani, Sandro Chia,
Jean-Michel Folon, Hans Hartung, Emilio Isgrò, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Uncini, Victor Vasarely, Gilberto Zorio, solo per nominarne alcuni.
Da martedì 13 dicembre, una selezione delle opere della Antologia scelta 2023 sarà visibile, oltre che nella sede fiorentina
anche nella sede di Tornabuoni Arte a Milano.
Informazioni utili per la visita
Orario d'apertura: dal lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Sabato
solo su appuntamento.
Telefono: +39.055.6812697
Sito Web: Tornabuoni Arte |