Obscured Existence. Wang Guangyi - Palazzo Pitti, Piazza de' Pitti, 1 - Firenze
Mostra in corso dal 6 settembre al 10 dicembre 2023
La mostra a Palazzo Pitti accoglie 28 lavori del celebre artista cinese, alcuni dei quali mai esposti in Occidente: al termine dell’esposizione l’autoritratto dell’autore entrerà a far parte della collezione delle Gallerie.
Comunicato stampa della Mostra Obscured Existence. Wang Guangyi
Cosa si nasconde nella rassicurante familiarità degli ambienti domestici,
nelle ombre degli spazi legati all’intimità della vita quotidiana? La
ripetitività delle azioni quotidiane può essere interpretata come un rito
quasi religioso? Queste e altre inquietanti domande vengono poste dalla
mostra Obscured Existence (Palazzo Pitti, dal 6 settembre al 10
dicembre 2023).
L’esposizione, composta da 28 dipinti di Wang Guangyi, è un percorso
a tappe attraverso quattro distinti cicli, che indagano cosa sta davvero
dietro la ritualità dei gesti di tutti i giorni e l’uso degli oggetti più comuni.
Allo stesso tempo, le opere esplorano anche il modo in cui la cultura
d’origine di ciascuno influenza la percezione di un’opera d’arte.
Il viaggio si apre con Daily Life, dipinti incentrati sull’intimità dei piccoli
gesti abituali di ogni giorno. In questa prima serie, Wang Guangyi si
ritrae in momenti della vita privata, solo, inerme di fronte alla propria
corporeità; la ripetitività dell’ordinario assume quasi la valenza di un
rituale, mentre l’incedere meccanico dell’abitudine si carica di un’aura
sacra. In questi attimi noncuranti l’uomo è capace di riconnettersi con
se stesso: protette da quelle che l’artista definisce “strutture di potere”,
le azioni individuali che si svolgono in uno spazio privato sono fessure
sulla “nuda vita”, la parte di ognuno ancora immune dalle
interpretazioni.
Come quando, leggendo un libro, il senso della narrazione si svela man
mano che la lettura procede, nella serie Ritual (che compone il secondo
ciclo) la fragilità della figura umana lascia il posto alla mobilità
inaccessibile dell’oggetto. Esso, spogliato della sua solita connotazione,
diventa simbolo di una liturgia segreta e personale, traccia di un
significato che supera la cosa, suscitando sensazioni contrastanti. In
Ritual n. 3, per esempio, l’artista protegge un normale water di
ceramica bianca tramite un cordone rosso sorretto da due colonnine in
ottone, il tipico separatore in uso nei musei o nei luoghi sacri. Dal
paradosso scaturiscono due sentimenti opposti: l’inquietudine dovuta
alla consapevolezza che qualsiasi luogo può essere dichiarato
inaccessibile, e il sorriso dovuto al fatto che si salvaguarda un oggetto
di indubbia ordinarietà. In questo incontro di sensazioni, secondo
l’artista, viene spronato il pensiero e quindi la consapevolezza di
esistere.
Il seme della mostra, però, arriva a piena fioritura solo con la serie
Obscured Existence, che dà il titolo anche al concetto che l’ha
generata. Riprendendo un’antica tecnica pittorica cinese, il Wu Lou
Hen, Wang Guangyi inonda le sue figure di una fitta sgocciolatura
che ne cancella l’aspetto ordinario per rivelarne un’anima oscura,
mistica, inafferrabile. Determinato a dimostrare come sistemi sociali
differenti portino a una diversa comprensione del mondo, il pittore si
immerge nell’iconografia occidentale, descrivendo le forme della
tradizione cristiana attraverso un linguaggio a loro estraneo, orientale e
personale. In Enlarged Medusa, ispirato dallo scudo di Caravaggio
conservato alle Gallerie degli Uffizi, l’artista sovrappone all’ immagine
una particolare griglia a nove quadri, retaggio della tradizione cinese,
che riduce la percezione estetica dell’originale e ne sminuisce l’intensità
emotiva. Ne consegue che gli osservatori, spiazzati dall’imprigionamento
della testa di Medusa, si ritrovano così a dover “scavalcare” visivamente
il famosissimo dipinto di Caravaggio, per afferrare invece la verità
sepolta nell’opera.
Il percorso si chiude con il ciclo The shadow of memory, che registra
quel che resta del nostro passaggio nella memoria di un luogo.
Da segnalare, infine, che l’autoritratto di Wang Guangyi, al termine
dell’esposizione, verrà donato alle Gallerie, entrando così a far
parte della più vasta e prestigiosa collezione museale di questo tipo di
opere al mondo.
Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: “l’artista tratta spazi
“normali” e semplici oggetti d’uso con lo stesso rispetto, indagando in
essi e nella loro traduzione pittorica un’anima trascendentale. Da
questa prospettiva riesce ad unire - senza confonderle - le tradizioni
occidentali e orientali in modo originale e innovativo. Con questa
mostra si conferma la vocazione universale delle Gallerie degli Uffizi,
aperte alle ricerche sul passato e alle voci più interessanti e importanti
dell’arte contemporanea”.
Il curatore Demetrio Paparoni: “Nel Novecento la svolta nell’arte
cinese l’ha data la generazione di Wang Guangyi. Nella seconda metà
degli anni Ottanta lui è tra quanti in Cina hanno dato vita a una
rivoluzione linguistica e contenutistica con lo stesso spirito che tra la fine
del XIX e l’inizio del XX secolo ha animato in Europa l’azione delle
avanguardie storiche. Il peso assunto dalla sua ricerca filosofica e
spirituale, portata avanti attraverso la pittura, la scultura, le grandi
installazioni, fa di Wang Guangyi uno dei grandi protagonisti della Storia
dell’arte contemporanea cinese”.
L’artista Wang Guangyi: “Ho visto per la prima volta le opere dei
maestri nella collezione degli Uffizi trent'anni fa. Questi lavori hanno
avuto un impatto profondo su di me. Mi sentivo come se avessi scoperto
una nuova altissima montagna da scalare. La mostra che si apre oggi
qui vuole essere sia il mio omaggio ai maestri di un tempo che uno
sguardo indietro alla mia giovinezza. A mio modo di vedere, la storia è
vuota/non significa nulla. Solo la storia dell'arte può testimoniare
l'esistenza degli esseri umani”.
WANG GUANGYI, CENNI BIOGRAFICI
Wang Guangyi nasce il 19 gennaio 1957 a Harbin, nella provincia di
Heilongjiang, Cina, e si laurea all’Accademia d’Arte di Zhejiang nel
1984. Raggiunge la fama internazionale negli anni '80 con la serie
Great Criticism, in cui sovrappone immagini della propaganda maoista
a loghi di marchi americani, mettendo in evidenza come l’ideologia
cinese prometta un mondo migliore allo stesso modo della propaganda
occidentale dei beni di consumo. Artista multimediale, autore di
installazioni di grandi dimensioni, Wang è noto in particolare per la
capacità di far interagire immagini tratte dall’arte occidentale con altre
tipiche della cultura asiatica, ma anche la filosofia delle due diverse
aree geografiche. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 2013 e le
sue opere si trovano nelle collezioni permanenti di musei pubblici in
tutto il mondo, tra cui il nuovo M+ a Hong Kong, i musei di Shenzhen,
Guangdong, Shanghai, Chengdu e Pechino, la Tate Modern a Londra e
il San Francisco Museum of Modern Art.
Informazioni utili per la visita
Orario d'apertura: da lunedì a domenica dalle
8.15 alle 16.30 a novembre, dicembre, gennaio, febbraio.
Dalle
8.15 alle 17.30 a marzo e ottobre con ora solare.
Dalle
8.15 alle 18.30 in aprile, maggio, settembre, ottobre e marzo con ora legale.
Dalle
8.15 alle 19.30 a giugno, luglio, agosto. Chiuso il primo e ultimo lunedì del mese, 1 gennaio, 25 dicembre.
Biglietti: dal 1 marzo al 31 ottobre, intero € 10, ridotto € 2 (Cittadini UE tra i 18 e i 25 anni (con documento di identità), cittadini non UE tra i 18 e i 25 anni). Gratuito le prima domenica del mese. Dal 1 novembre al 28 febbraio intero € 6, ridotto € 2.
Telefono: +39.055.294883
Sito web: Museo degli
Uffizi |